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Dieta metabolica: come funziona, efficacia,

 

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Ogni persona ha una sua struttura ed un suo metabolismo, per questo motivo esistono diverse diete che possono adattarsi o meno in base alle varie esigenze e necessità. Nel corso degli anni si sono susseguite e alternate diverse diete, alcune sono ancora presenti mentre altre sono finite nel dimenticatoio. Una decina d'anni fa la dieta metabolica, ideata dal medico canadese Mauro Di Pasquale dalle chiare origini italiane, era un regime nutrizionista molto diffuso soprattutto nelle palestre e nel body building. Dopo il suo boom iniziale la dieta metabolica ha iniziato a perdere adepti, poiché presentava evidentemente molte lacune.

Alla dieta metabolica va però dato atto di aver lanciato il filone delle diete chetogeniche cliniche, che ne hanno estrapolato il meglio. Una dieta chetogenica limita i carboidrati sotto una soglia più o meno bassa, spostando il metabolismo dall'utilizzo prevalente del glucosio a quello dei lipidi. La dieta metabolica, anche se è in fase calante, preserva comunque degli aspetti positivi che è opportuno analizzare. In questo articolo conosceremo tutte le peculiarità della dieta metabolica: cosa non funziona, cosa funziona, pregi e difetti.

 

 

I due metabolismi della dieta metabolica

Il corpo di ogni essere umano si basa principalmente su due tipologie di metabolismi: glucidico e lipidico. Il perfetto equilibrio di questi due metabolismi porta l'organismo a stare bene e a perdere peso, ma se uno dei due si blocca anche l'altro subisce degli scompensi. L'obiettivo della dieta del dottor Di Pasquale è sfruttarli entrambi secondo uno schema preciso: il metabolismo lipidico viene attivato dal lunedì al venerdì, mentre il metabolismo glucidico viene attivato il sabato e la domenica. Durante la settimana quindi il corpo si nutre prevalentemente di grassi e proteine, mentre i carboidrati vengono ridotti ad un minimo di 30 g a settimana così da assumere il giusto quantitativo di fibre alimentari. Nel fine settimana invece i grassi vengono abbandonati per dare spazio a volontà ai carboidrati. Questa dieta dovrebbe quindi migliorare entrambi i metabolismi permettendo al corpo di bruciare i grassi durante la settimana, per poi recuperare nel weekend grazie all'effetto anabolico e anticatabolico dell'insulina. Non sembra vero che possa esistere una dieta così perfetta... ed in effetti le cose non sono affatto così semplici. Prima di capire quali sono i limiti e le lacune della dieta metabolica analizziamone un esempio pratico nel paragrafo successivo.

 

Come funziona la dieta metabolica: un esempio pratico

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Il periodo di prova iniziale serve per capire la quantità di carboidrati necessari in base al proprio fisico. Questa fase dura 4 settimane e prevede una drastica riduzione dell'apporto glucidico. Il piano alimentare è strutturato in questo modo: 12 giorni di scarico con pochi carboidrati e molti grassi, seguiti da 2 giorni di ricarica con molti carboidrati. Un approccio del genere sarebbe in grado di addestrare il corpo a bruciare i grassi in modo da soddisfare le richieste energetiche. Nel periodo di prova la fase di scarico è così composta: 50-60% di grassi, 30-50% di proteine e 30 g di carboidrati. La fase di carico invece prevede: 25-40% di grassi, 15-30% di proteine e 35-55% di carboidrati. In questa fase il corpo viene scombussolato e possono presentarsi sintomi quali stanchezza, nausea, mal di testa ecc. La dieta quindi prevede un aumento dell'apporto glucidico, fino alla scomparsa di questi effetti indesiderati. Dopo aver individuato la quantità ideale di carboidrati è possibile passare alla seconda fase.

Nella seconda fase della dieta metabolica si ipotizza che l'organismo sia diventato completamente efficiente nel bruciare la giusta quantità di grassi, quindi per mantenere l'equilibrio raggiunto bisogna proseguire con 5 giorni di scarico e 2 di ricarica. Nei 5 giorni di scarico bisogna mantenere la ripartizione calorica sperimentata nella prima fase di prova, facendo la stessa cosa nei 2 giorni di carico. Si tratta di una dieta "estrema" che mostra lacune evidenti, di cui parliamo nel paragrafo successivo.

 

 

Dieta metabolica: cosa non funziona

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Secondo la dieta del dottor Di Pasquale i principali colpevoli del peso eccessivo sono i carboidrati, che vengono messi all'indice ed eliminati per un periodo molto prolungato. Indubbiamente non bisogna esagerare con i carboidrati, ma è possibile perdere peso mangiando la giusta quantità di carboidrati in una dieta ipocalorica oppure ingrassare mangiando grassi e proteine con una dieta ipercalorica. Inoltre il corpo umano ha bisogno di glucosio per sopravvivere, perciò una riduzione così drastica dei carboidrati non è certo salutare. Dopo 72 ore il corpo avverte la mancanza di zuccheri e si abitua a questa condizione con grande stress a discapito della leptina, un ormone fondamentale dell'organismo.

Per sopperire a queste mancanze Di Pasquale ha specificato che è possibile adattare la dieta in base alle proprie necessità, riducendo i tempi di ricarica a 12 o 48 ore, oppure aumentando i carboidrati al giorno che possono diventare 60, 90 o 120 g. Questa volubilità della dieta lascia intendere che ci sono troppi punti oscuri, anche perché spetterebbe al soggetto decidere se e quando aumentare l'apporto di carboidrati. In questo caso però subentra anche la forza di volontà del paziente, che dovrebbe decidere se i sintomi sono sopportabili oppure no. Una persona con poca forza di volontà potrebbe arrendersi subito ed aumentare l'apporto di carboidrati, vanificando tutto il lavoro fatto. Diversamente una persona troppo "concentrata" sull'obiettivo potrebbe andare oltre le sue reali capacità di sopportazione e subire danni fisici piuttosto pericolosi.

 

Dieta metabolica: cosa funziona

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La dieta metabolica però non è da buttare via completamente, anzi qualcosa si può salvare. La dieta per il body building, per il fitness o per lo sport in generale richiede un conteggio calorico e dei macronutrienti molto preciso, quindi la dieta metabolica con i giusti accorgimenti in tal caso può essere molto utile. Fare diete cicliche con giorni a basse, medie ed alte calorie alternate durante la settimana migliora notevolmente il benessere fisico con una riduzione del grasso corporeo.

La stessa insulina, utilizzata correttamente, può essere un ottimo alleato per utilizzare il glucosio presente nel sangue ed ottenere maggiore energia, necessaria durante le prestazioni sportive agonistiche o amatoriali. La dieta metabolica ha migliorato le diete low carb che non possono durare per mesi interi, ma devono essere alternate con giorni ad alto contenuto di carboidrati migliorando la composizione corporea. Lo zucchero in eccesso va quindi a compensare le scorte, perciò assumere carboidrati in maniera moderata ma continuativa è fondamentale per garantire il giusto equilibrio e fabbisogno soprattutto all'organismo di chi fa sport. Prima di avviare una qualsiasi dieta è comunque opportuno rivolgersi ad uno specialista del settore.

Per maggiori informazioni a riguardo vi rimandiamo alla pagina projectinvictus.it di Project Invictus dove oltre alla scheda informativa alla dieta metabolica troverete il confronto con altri tipi di dieta.

 

 

 

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